domenica 2 settembre 2012

La casa di pannocchie...

Si tratta di una costruzione a pianta circolare, con la struttura portante interamente in legno, e la copertura inclinata diagonalmente, orientata in modo da riuscire a sfruttare al meglio l'illuminazione naturale, seguendo il percorso che il sole compie durante la giornata. Il tamponamento è costituito da una sacca di rete metallica contenente migliaia di pannocchie di mais. L’idea riprende la tecnica di essiccazione del mais usata dagli agricoltori del posto, che, applicata alle pareti di un edificio, lo rende dinamico nel tempo. La casa avrà infatti diverse rese cromatiche ad ogni stagione

maggiori info su architetturaecosostenibile.it

venerdì 8 giugno 2012

Eco villaggio: utopia o innovazione?

Il 20 aprile scorso è stato presentato a Schio (VI) il progetto del primo eco villaggio in paglia, che verrà costruito a partire da questa estate.
Il progetto prevede la partecipazione della comunità alla vita del villaggio, e la condivisione di molti spazi solitamente privati, come soggiorno cucina e servizi per "le persone più disponibili alla socializzazione".
Non che non sia d'accordo su questo punto, penso solo che la specie in questione si sia estinta... Perdonate l'ironia, ma vedo sempre più persone che non scambiano neanche una parola con il vicino di casa, non salutano uno sconosciuto incrociato per strada, non si fermano ad aiutare una persona in difficoltà...C'è una forte repulsione per l'"altro".
Perciò sono davvero curiosa di seguire questo progetto, che tra l'altro ha in sè la vera essenza della sostenibilità: oltre a quanto già detto, sono previsti dei laboratori per le riparazioni (!) e un orto biodinamico dove poter coltivare frutta e verdura necessarie alla comunità che risiederà nel villaggio; il villaggio è a bassissimo impatto sia energetico che materico, mediante l'utilizzo di impianti fotovoltaici, solari termici e microeolici, fitodepurazione per il trattamento delle acque di scarico, struttura portante degli edifici in legno certificato e tamponature in balle di paglia, intonaco esterno in terra cruda...
Manca qualcosa?
Ah, sì: che funzioni.
Staremo a vedere

fonte:architetturaecosostenibile.it

venerdì 27 aprile 2012

Progettazione partecipata con i Lego

 Si avvia alla conclusione il progetto messo a punto dalla Newcastle University che ha visto la realizzazione di una mini città ideale attraverso l’utilizzo di migliaia di mattoncini Lego. Nel corso della mostra interattiva “The Great North Build”, durata un mese e ospitata nel New Castle’s North Museum, i cittadini sono stati invitati a prendere parte alle problematiche relative allo sviluppo urbano della città. Architetti, addetti ai lavori, anziani, bambini e studenti hanno collaborato interrogandosi sull’espansione, la crescita demografica e la qualità di vita riflettendo su quali elementi siano necessari per migliorare l’ambiente urbano. La valorizzazione del centro storico, la costruzione di centri culturali, ospedali, aree verdi e la trasformazione delle aree industriali sono stati tra gli argomenti più trattati durante l’esposizione
fonte: architetturaecosostenibile.it

sabato 14 aprile 2012

Premio Edilizia Sostenibile

L'obbiettivo anche per questa terza edizione del concorso è di promuovere l'impegno delle Amministrazioni Locali più virtuose in termini di Sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica e qualità architettonica. L'iniziativa, promossa da Saint-Gobain Italia assieme ad Ancitel Energia e Ambiente, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, dell'ANCI e del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, è dedicata ai Comuni Italiani che hanno realizzato progetti e iniziative per un'edilizia energeticamente efficiente e sostenibile. 
Le categorie del concorso sono due:
CATEGORIA 1: Migliore realizzazione per l’efficienza energetica nell’edilizia comunale abitativa (ultimati o in avanzato stato di completamento al 31 Dicembre 2011);
CATEGORIA 2: Migliore realizzazione per efficienza energetica nell’edilizia comunale non abitativa (ultimati o in avanzato stato di completamento al 31 Dicembre 2011).  
I criteri di valutazione prenderanno in considerazione i risultati effettivi attesi dal progetto in termini di risparmio ed efficienza energetica, gli impatti ambientali evitati (in primo luogo in termini di emissioni di CO2 in atmosfera), gli elementi di innovatività tecnologica ovvero amministrativa e di sostenibilità sociale degli interventi; saranno altresì considerati quali elementi premianti la trasferibilità (potenziale di riuso) in altri contesti territoriali.

FONTE: www.premioediliziasostenibile.it

lunedì 19 marzo 2012

Baby Caring: la sostenibilità del progetto architettonico guida la sostenibilità del progetto educativo

Come sapete sono molto sensibile ai temi della sostenibilità nei luoghi per l'infanzia.
Oggi vi descrivo un asilo nido costruito in provincia di Salerno: il Baby Caring, in cui ogni scelta progettuale è strettamente relazionata alla finalità pedagogica del progetto: l'educazione alla sostenibilità.
Le finiture utilizzate per questo edificio sono realizzate con materiali naturali ( tinteggiature interne al tuorlo d'uovo!), gli arredi in legno massello, la progettazione degli interni e la scelta dei colori seguono il Feng Shui, al fine di elevare il livello di benessere per i piccoli ospiti. Per favorire il risparmio energetico, tutto il sistema degli impianti, interni ed esterni, è regolato da un impianto domotico che controlla: illuminazione, videosorveglianza, condizionamento, qualità dell'aria, strumenti di comunicazione tra ambienti esterni e interni.
Il metodo pedagogico del Baby Caring si fonda sulla teoria delle sette intelligenze di Gardner, alla quale si aggiungono quella naturalistica e quella digitale; i bambini possono apprendere fin da molto piccoli i principi della cultura eco-sostenibile attraverso molteplici attività ludiche: riciclo creativo degli oggetti, raccolta differenziata, risparmio energetico, eco-giochi. Le attività sono supportate, inoltre, dall'utilizzo delle nuove tecnologie, come l'iPad, che contribuiscono a stimolare nei bambini l'uso dei talenti e delle capacità linguistiche, espressive, motorie, organizzative e gestionali. 
L'educazione al rispetto dell'ambiente avviene nel segno del divertimento, attraverso dei laboratori che utilizzano materiali come la carta, il cartone, i gusci d'uovo, il legno, il sughero. In bagno si insegna a non sprecare l'acqua e a differenziare i rifiuti. Inoltre ci sono dei veri e propri giochi a sfondo ecologico, come riproduzioni delle pale eoliche. L'asilo ha inoltre dato vita a un orto didattico, dove i bambini prendono confidenza con le specie vegetali e i loro frutti.
www.babycaring.it


giovedì 23 febbraio 2012

Certificazione energetica degli edifici

"La certificazione energetica della casa? Boh!

Il primo gennaio scorso, è entrata in vigore, in Italia, una normativa che obbliga il possesso dell'Attestato di Certificazione Energetica per chi vuole vendere una casa.
Orbene, stando a quanto sostiene l'indagine condotta dal sito www.immobiliare.it su un campione di (udite, udite!) oltre 700mila annunci di compravendita, solo il 12,7% degli immobili avrebbe un certificato valido.
Per essere chiari, la rilevazione considera come in regola solo gli annunci che riportino, come richiesto dalla normativa, sia la classe energetica che l'indice di prestazione energetica dell'immobile, valore che è presente solamente nell'ACE - Attestato di Certificazione Energetica.
Ma cosa succede esattamente nel Belpaese? Semplice: nel nord-est la percentuale di annunci di immobili in regola è del 18,9%, nel nord-ovest del 15,6%, nel centro siamo all'8,8% e al Sud al 3,8%.
Tra le province, i livelli più elevati sono a Bolzano (25,6%) e Trento (22,0%), seguite a distanza da Milano (11,3%) e Torino (10,2%), mentre nella capitale si è fermi ad appena il 5,2%.
Ma c'è chi riesce a fare anche molto peggio: fanalino di coda dell'indagine è Palermo con appena lo 0,9% (leggasi: zero virgola nove per cento) degli immobili con certificati a norma.
Nel nostro Paese, dunque, la strada per mettersi in regola sembra essere ancora una volta lunga, molto lunga..."

fonte:
www.improntaecologica.it

venerdì 17 febbraio 2012

Gli italiani amano il legno

Il 62% degli italiani ritiene che il legno incida sul benessere abitativo di una casa; il 51% di coloro che intendono comprare casa ne prenderebbe in considerazione una costruita in legno. Questi alcuni dati emersi dalla ricerca "Il benessere abitativo degli italiani" condotta da Eurisko. Al crescente gradimento degli italiani corrisponde un aumento delle costruzioni in legno nel nostro Paese: da 1000 nel 2005, a 5000 nel 2010, con previsione di ulteriori incrementi dei prossimi anni. Il trend è confermato anche dai dati raccolti in uno studio della Paolo Gardino Consulting, secondo cui la previsione è di un aumento a 7500 nel 2015.

lunedì 13 febbraio 2012

"Sulla Terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti..."

Un sant’uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese :
«Signore, mi... piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno».
Dio condusse il sant’uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno.
C’era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant’ uomo sentì l’acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato.
Avevano tutti l’aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano
accostare il cibo alla bocca.
Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.

Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente.
C’era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant’uomo disse a Dio : «Non capisco!»
- E’ semplice, – rispose Dio, – essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire sé stessi….ma permette di nutrire il proprio vicino.
Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri!
Quelli dell’altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi…
Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura…
La differenza la portiamo dentro di noi!!!

Mi permetto di aggiungere…
“Sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l’ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni.
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo“.-

Mahatma Gandhi

sabato 11 febbraio 2012

L'architettura della città sostenibile: la progettazione partecipata

Prendo spunto dal libro di di Raymond Lorenzo, "La città sostenibile", per parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore, cioè la progettazione partecipata.
Nella città contemporanea stiamo assistendo alla scomparsa di due elementi ritenuti fondamentali per una futura ricostruzione della sostenibilità: il legame tra le persone (comunità) e il legame tra le persone e lo spazio urbano. Come ha detto Re Lear nell'omonima opera di William Shakespeare: "Che cos'è la città, se non le persone?"
Nell'attuale assenza di legami che ci connettano alla comunità locale e al luogo che abitiamo, è impossibile sviluppare un senso di responsabilità -presente e futura- verso l'ambiente e verso gli altri in generale. 
L'australiano Macleod ha identificato i valori comunemente associati allo sviluppo sostenibile. Ne riporto alcuni:
- assicurare l'equità intergenerazionale;
- conservare la biodiversità;
- garantire l'equità sociale;
- limitare l'uso delle risorse naturali;
- attribuire un valore economico alle risorse e ai beni ambientali (punto importantissimo ma purtroppo sottovalutato...);
- perseguire l'efficienza;
- promuovere la partecipazione comunitaria.
Questi valori sono alla base dei documenti e delle convenzioni internazionali a favore dell'eco-sviluppo, tuttavia ci si potrebbe chiedere quanti di questi siano noti ad un cittadino medio... L'educazione ambientale ci viene imposta dall'alto, ma trasmettere un senso di colpa non è uno strumento efficace per avviare delle trasformazioni culturali. Il migliore e più potente motore del cambiamento rimane l'esperienza diretta. Le persone cambiano quando scoprono attivamente che un altro modo di fare le cose, di vivere o di essere è più piacevole e soddisfacente della vecchia maniera.
L'architetto solitamente ha l'arduo compito di mediare tra i principi di sostenibilità che ha in mente, e che vuole mettere in pratica, e le esigenze del committente. Nel caso della progettazione della città o del paesaggio, si ha l'occasione per far crescere il senso d'identificazione dei cittadini con il progetto e con il territorio. La progettazione partecipata, basata soprattutto sul dialogo tra persone con esperienze diverse, permette di ottenere una serie di vantaggi, che risultano poi essere componenti essenziali della sostenibilià:
- Rafforzare il senso di appartenenza della comunità al luogo in cui vive;
- Consolidare i principi di democrazia;
- Diminuzione dei conflitti tra le parti coinvolte;
- Maggiore efficienza (contenimento dei costi) e maggiore efficacia (perseguire l'obbiettivo);
- Scambio proficuo tra chi abita la città e chi la progetta e la gestisce;
- Acquisizione di un livello più alto di consapevolezza dei bisogni della città;
- Qualità di progettazione più sofisticata (cioè più ecologica, flessibile, incrementale);
- Un effetto moltiplicatore che propaga la sostenibilità in altri ambiti non previsti!!!

Numerose ricerche hanno dimostrato che il coinvolgimento dei bambini nella progettazione dello spazio urbano ha una forte valenza educativa per questi e per la società! I bambini sono formidabili catalizzatori del coinvolgimento di altre fasce d'età, e soprattutto sono loro a portare informazioni e nozioni a casa.
La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia (1989) sancisce il dovere da parte degli organi dello Stato di ascoltare, informare e coinvolgere i bambini per quanto riguarda decisioni e questioni che hanno con loro una stretta attinenza, e ovviamente l'assetto del territorio urbano è una questione di fondamentale importanza per il benessere attuale e futuro dei bambini. Molto spesso i progetti ottenuti con la partecipazione dei bambini contengono le indicazioni più eco-sostenibili, più semplici e con più sensibilità. Come spesso accade, sono gli adulti ad imparare dai bambini, e non viceversa!











Speriamo di poter approfondire presto questo post con degli esempi concreti nel nostro territorio!

giovedì 2 febbraio 2012

Il primo mese è Sostenibile

Il blog è online da un mese esatto!
Grazie a chi ci ha seguito e a chi ci seguirà

Vorrei festeggiare con una eco-friendly cake! 
Di cosa si tratta? Una torta preparata utilizzando solo ingredienti biologici, a km zero, cioè ingredienti locali e di stagione, acquistati nella città o regione di provenienza.


Approfitto della lieta occasione per invitare tutti a seguire il blog iscrivendosi nell'apposita sezione qui a destra.

A presto con altre eco-news!

martedì 31 gennaio 2012

Klimahouse 2012: io c'ero!

Si è conclusa domenica la settima edizione della fiera Klimahouse a Bolzano, la fiera specializzata nell'efficienza  energetica e nella sostenibilità in edilizia.
Fiera non molto grande (per chi è abituato al SAIE di Bologna) e molto specifica; vi si trovano soprattutto ditte che costruiscono case in legno e produttori di impianti ad alta efficienza da fonti rinnovabili. 

Qualche stand anche sui materiali ecocompatibili.

E ovviamente lo stand dell'agenzia CasaClima, "regina" della manifestazione.
L'albero verde di CasaClima





pacchetto parete con cappotto in sughero
pacchetto parete con cappotto in fibra di legno
Ho trovato qualcosa di interessante anche per quanto riguarda la domotica e gli automatismi per l'edilizia residenziale: dei pannelli touch screen possono dare indicazioni non solo su temperatura e umidità presente in casa, ma anche sul tasso di CO2, per poter controllare la ventilazione e il ricambio delll'aria (ovviamente con impianto di ventilazione forzata) e,cosa secondo me utilissima, un contatore energetico di acqua, elettricità, riscaldamento con indicazione dei consumi e delle spese! 
pannello touch screen mygekko www.my-gekko.com



pannelli fonoisolanti in legno


Uno dei prodotti che potete trovare in Klimahouse: le termocamere! Come sappiamo, la certificazione CasaClima punta molto sull'efficienza dell'involucro edilizio e sull'eliminazione dei ponti termici; grazie alle termocamere è possibile scattare delle foto agli edifici esistenti, in cui si leggano i punti di maggiore dispersione termica (ponti termici). Le zone che in facciata risultano più calde (colore giallo) sono quelle più disperdenti. nell'immagine vedete una mia foto scattata con la termocamera.




sabato 28 gennaio 2012

Riscaldare con il ghiaccio


Non è un impossibile (a patto che non consideriate la frase in senso letterale...).
Parliamo infatti dell'innovazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento con pompa di calore. 
Vincitori di numerosi premi per l'innovazione in Germania, questi sistemi si basano su una tecnologia che sfrutta come serbatoio a bassa temperatura per la pompa di calore un accumulo latente acqua/ghiaccio e sfrutta l'energia termica ricavata dall'acqua che si trasforma in ghiaccio per riscaldare gli edifici.
I cicli di congelamento e scongelamento dell'acqua rendono disponibile una grossa quantità di energia che può essere sfruttata per il riscaldamento-raffrescamento degli edifici. Il solo cambiamento di stato dell'acqua rende disponibile una grossa quantità di energia termica (calore latente di cristallizzazione) paragonabile a quella che si ottiene portando l'acqua da 80°C a 0°C. Detto diversamente, l'energia contenuta in 125 litri d'acqua a 0°C, ossia quando si trasforma in ghiaccio, è pari all'energia racchiusa in un litro di gasolio da riscaldamento.
Vista dell'interno del serbatoio di ghiaccio
Finora tale processo risultava difficilmente controllabile. le nuove tecnologie consentono invece di guidare, regolare e interrompere il fenomeno di formazione del ghiaccio in funzione delle richieste energetiche dell'edificio. 
Il sistema non utilizza come mezzo di accumulo sostanze chimiche ma solo acqua: per questo risulta più sicuro, ecologico e anche meno costoso rispetto ad altri sistemi di accumulo a calore latente, come ad esempio quelli a paraffina.
Sul mercato esistono ormai da un paio d'anni sia sistemi con accumulo stagionale di ghiaccio interrato di grandi dimensioni, sia sistemi compatti con accumulo latente acqua/ghiaccio integrato alla pompa di calore.

Queste tecnologie sfruttano più fonti naturali di calore (sole, acqua, terra, aria, ghiaccio) e sono formati da più componenti:
1- Collettori solari
2- Accumulo di acqua calda per il riscaldamento e gli usi sanitari
3- Accumulo acqua/ghiaccio interrato con scambiatori di calore
4- Pompa di calore: estrae dall'accumulo acqua/ghiaccio calore a bassa temperatura e lo porta, attraverso un ciclo frigorifero inverso, ad un livello di temperatura più elevato, adatto per il riscaldamento degli ambienti
5- Sistema di regolazione
 Per edifici dove nelle mezze stagioni ci può essere necessità di dover riscaldare di notte e raffrescare di giorno il sistema con accumulo di ghiaccio rappresenta un'ottima soluzione perchè il caldo che si produce di notte può essere facilmente trasformato in freddo di giorno. L'impiego combinato sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento è interessante anche per ammortizzare i costi del sistema.
Inoltre questo sistema può essere applicato in zone dove la geotermia non sia possibile (ad esempio perchè le caratteristiche geologiche del terreno non permettono perforazioni). Rispetto ad una pompa di calore che sfrutta il calore del terreno o dell'acqua di falda mediante sonde geotermiche, il sistema di accumulo con acqua/ghiaccio raggiunge valori di efficienza simili se non addirittura più elevati.
In Germania il sistema è già stato installato in numerosi edifici per abitazioni e oltre 25 grandi edifici a destinazione non residenziale.

fonte: rivista CasaClima 01/2012

domenica 22 gennaio 2012

La certificazione CasaClima

La mia assenza dal blog è giustificata dalla mia partecipazione ad un corso dell'Agenzia Casaclima di Bolzano; un corso per progettisti, per descrivere in cosa consiste un "progetto CasaClima" e i principi di una costruzione a basso consumo energetico.
L'agenzia CasaClima ha creato un modello di certificazione degli edifici, secondo il quale gli edifici vengono classificati utilizzando le lettere dell'alfabeto, in base ai consumi energetici.

 L'edificio di classe C consuma fino a 70 kWh/mqa, classe B fino a 50 kWh/mqa, classe A fino a 30 kWh/mqa e infine un edificio CasaClima Oro consuma al massimo 10 kWh/mqa.
A Bolzano è obbligatorio per legge che gli edifici di nuova costruzione siano almeno di classe B.
Sul territorio nazionale non solo non è obbligatorio, ma siamo molto lontani da questo obbiettivo, almeno per ora.
La caratteristica principale che contraddistingue questo dipo di certificazione è che si basa sull'analisi dell'involucro edilizio: se l'involucro è efficiente (cioè disperde poco calore), l'edificio può essere certificato CasaClima. Non ha senso progettare un impianto efficiente, infatti, se l'involucro edilizio disperde l'energia che produco! E' importante limitare gli sprechi. per far ciò, l'ideale è un isolamento termico "a cappotto", possibilmente continuo, in modo da non creare ponti termici. E' importante che la posa in opera sia a regola d'arte, poichè anche il miglior isolante, se posato male, può perdere la sua efficienza.
I materiali migliori sono quelli traspiranti (e quindi naturali) per garantire il comfort termoigrometrico.
CasaClima consente una particolare certificazione, chiamata "Nature", per gli edifici che garantiscono le prestazioni di un edificio CasaClima B o superiore, ma sono stati costruiti con materiali a basso impatto ambientale.





Sia nel caso di una certificazione CasaClima, sia di una certificazione Casaclima Nature, l'agenzia consegnerà una targhetta con la classificazione corrispondente, da applicare all'esterno dell'edificio.

domenica 15 gennaio 2012

Pannelli fotovoltaici e LCA: il bilancio di energia consumata nel ciclo di vita del pannello

Come anticipato nel precedente post 
parliamo di tutta l'energia consumata durante il ciclo di vita del pannello fotovoltaico, ossia dall'estrazione delle materie prime, allo smaltimento dei vari componenti dopo l'uso.
Secondo uno studio di  Paolo Iora (Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale, Università degli Studi di Brescia), l'energia primaria consumata nell’intero ciclo di vita, risultante dalla sommatoria dei singoli contributi richiesti in ciascuna delle fasi che lo compongono, cioè:

- l’estrazione del silicio;
- la successiva lavorazione;
- il trasporto;
- l’assemblaggio;
- lo smantellamento dell’impianto

è in media circa 15 MWh/kWp.

Nelle nostre zone (Veneto), affinchè il pannello fotovoltaico produca questa quantità di energia, sono necessari circa 7 anni.
Poichè la durata di vita di un pannello fotovoltaico è circa 20 anni, possiamo affermare che il bilancio di energia nel ciclo di vita del pannello (cioè il rapporto tra energia prodotta e energia consumata durante tutta la sua vita) è sicuramente positivo!

sabato 14 gennaio 2012

Pannelli fotovoltaici e LCA. Ovvero: cosa succede quando il pannello è da buttare?

L'andamento delle installazioni per l'anno 2011 proiettano l'Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza fotovoltaica entrata in esercizio nell'anno, stimata dal GSE in 6.500 MW. L'installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione risulta un ottimo investimento tanto in termini economici, grazie al Quarto Conto Energia, che ambientali. Ma quando l'impianto in questione deve essere smantellato, che fine fanno i moduli?
Esistono delle aziende che si occupano del ritiro e dello smaltimento dei moduli, garantendo il riciclo di questi secondo una procedura che rispetta l'ambiente. I pannelli vengono smistati e scomposti nei loro componenti. Le materie prime, come il vetro, il silicio o l'alluminio, sono riciclate e utilizzate successivamente per la produzione di nuovi moduli fotovoltaici.
Dal punto di vista dei rifiuti, quindi, siamo certi di non lasciare nessuna impronta ecologica, poichè il pannello è totalmente riciclabile. 
[fonte:Casa Naturale, Dicembre/gennaio 2012, pag. 30]

Ma quando si parla di bilancio di energia consumata nel ciclo di vita, invece? Ve ne parlerò nel prossimo post.

Ancora sulla bio-piscina

Visto il successo del post sulla piscina naturale, ho pensato di inserire altre foto, tratte dal libro la piscina biologica e il giardino naturale:

Qui sopra, blocchi di pietra vengono impiegati con triplice finalità: separare l'area balneabile dalla zona filtrante, formare un passaggio sul ruscello e una grande lastra monolitica serve sia come solarium che come trampolino.

 Nell'immagine qui sopra lo stesso obbiettivo (solarium, camminamento, trampolino) è ottenuto con una pavimentazione continua in legno.

 Come abbiamo visto, la bio-piscina non necessita di particolare attenzione in inverno; la natura fa il suo corso, lo specchio d'acqua si ricopre di neve e di ghiaccio e aggiunge un tocco poetico al paesaggio.


Un esempio di progetto. La depurazione è rigorosamente naturale,certo, ma se vogliamo trovare uno spazio anche noi, in mezzo alla natura incontaminata, è necessario un intervento tecnico, mirato ad assicurare una pulizia dell'acqua tale da permettere la balneazione.


giovedì 12 gennaio 2012

La piscina biologica o bio-piscina

In questa bio-piscina, la parte balneabile è stata divisa dalla parte adibita alla fitodepurazione per mezzo di un camminamento con pietre semi sommerse
Avete mai sentito parlare delle piscine biologiche?
Sono delle piscine a tutti gli effetti, dove cioè è possibile fare il bagno, ma sono fitodepurate, e totalmente inserite nel contesto di un giardino naturalistico.
La prerogativa principale della bio-piscina è il fatto che in essa la depurazione avviene in modo assolutamente naturale, quindi tassativamente senza prodotti chimici. Questo determina una qualità dell'acqua unica, alla quale si aggiunge il vantaggio di un impianto totalmente integrato nella natura, che col tempo diventerà un'oasi per fauna e flora, oltre che per gli esseri umani!
E' un impianto totalmente ecologico: funziona con una pompa a basso consumo, non inquina con acque di scarico arricchite di sostanze chimiche, funziona a circuito chiuso e il consumo di acqua, una volta riempita, consiste solo nell'aggiunta della parte persa a causa dell'evaporazione; non necessita di svuotamenti o di coperture invernali, è adatta alla balneazione ma anche al semplice elemento di arricchimento del giardino.
E' formata da una zona balneabile, con fondo privo di piante e coperto da un telo impermeabile, e delle aree periferiche che fungono da aree di rigenerazione dell'acqua, dove il telo impermeabile è coperto da sassi, ghiaia, e piante che "puliscono" l'acqua (fitodepurazione). La depurazione è totalmente naturale, ma va aggiunta una notevole dose di tecnica, necessaria per scongiurare l'insorgere di una quantità eccessiva di alghe. In questo modo l'acqua, dopo il primo periodo di assestamento di 3-4 settimane, risulterà limpida e inviterà ad un bel tuffo!


Fonte: a. Werner, la piscina biologica e il giardino naturale, editrice Il campo, 2003

mercoledì 11 gennaio 2012

Fotovoltaico: la soluzione?

"Con lo 0,8 % della superficie italiana di pannelli fotovoltaici si produce tutta l’energia elettrica che si consuma in Italia. Ho fatto e rifatto i conti mille volte e arrivo sempre allo stesso risultato.
E’ un risultato che a me risulta entusiasmante ma se mi confronto con lo scetticismo, le titubanze, le resistenze che si respirano, nella politica come nell’opinione pubblica, verso le energie rinnovabili ho ancora il dubbio di aver preso una cantonata madornale.
Mi piacerebbe a questo punto che qualche giovane studente di ingegneria mi verificasse questo calcolo estremamente semplice.
Dato che:
-    il consumo annuo di energia elettrica in Italia (dato rilevabile dal sito di Terna) è di circa 300 TWh (300.000.000.000 kWh);
-    servono  meno di 8 metri quadri di pannelli fotovoltaici per  produrre almeno  1.000 kWh all’anno in qualunque parte d’Italia (dato rilevabile facilmente in internet)
Quanti metri quadri servono per produrre tutta l’energia elettrica consumata in Italia?
La mia risposta è 2.400.000.000 metri quadri pari allo 0,8% della superficie italiana che è di circa 300.000.000.000 di metri quadri.  Da notare che questa superficie corrisponde a circa 40 metri quadri per abitante e cioè alla superficie media per abitante delle sole abitazioni.
Se il mio calcolo è errato mi sentirò un po’ mortificato ma se fosse corretto credo che dovremmo porci qualche seria domanda e soprattutto dovremmo porla alla Politica.
Possibile che nessuno abbia fatto una simile valutazione? E se è stata fatta perché non si sposa convintamente e radicalmente la strada del sole? Perché ci sono tante resistenze?
Al riguardo non valgono le obiezioni  tipo quella che il sole non c’è sempre perché ad essa ci sono abbondanti risposte. 
Pesano certamente le resistenze di fortissimi interessi consolidati, ma ciò che è, a mio avviso,  decisivo è la paura del nuovo.
Per avviarci su una strada che può risolvere alla radice uno dei problemi fondamentali del nostro tempo e aprire una nuova stagione di sviluppo serve una volontà politica forte e lungimirante che sappia immaginare e organizzare la società non più centrata sul petrolio ma sul sole;  e questo tocca  aspetti ben più generali che la semplice sostituzione del combustibile nelle centrali elettriche o del carburante nelle automobili."
articolo dell'Ing. Paolo Callegari - Villorba (TV)

martedì 10 gennaio 2012

Feng Shui per vivere meglio

Feng Shui (pronunciato Feng sciuèi) letteralmente significa "vento e acqua". Si crede che la pratica di questa disciplina abbia origine in Cina, circa 5000 anni fa; gli antichi cinesi, infatti, ritenevano che chi avesse situato la propria casa nella collocazione giusta, avrebbe vissuto una vita di appagamento, felicità, abbondanza.
Oggi ci è chiaro, grazie alla geobiologia, che non esiste un luogo perfetto per costruire una casa; tuttavia all'interno della nostra casa possiamo utilizzare il feng shui per progettare le architetture degli interni, in modo che il tutto risulti armonico, piacevole, sano, salubre, accogliente.
Il Feng Shui viene spesso criticato dai progettisti più scettici e razionali, perchè associato a qualche sorta di "stregoneria", o fanatismo new age... In realtà, sebbene le spiegazioni degli antichi cinesi non possano avere connotazioni particolarmente moderne (il concetto di Qi, la forza vitale universale, che si crea quando qualcosa viene eseguito in maniera perfetta...), spesso molti principi di questa disciplina hanno in sè una spiegazione scientifica che li rende validi e attuali. Un esempio che mi è capitato più volte: secondo il feng shui, non è bene che una persona stia seduta (ad una scrivania o su un divano, poco importa) dando le spalle alla porta. Riflettete: non dà forse più sicurezza la consapevolezza di avere "le spalle coperte"? In questo modo non rischiamo che qualcuno entrando di soppiatto ci colga di sorpresa!!!
Insomma, rendendo la propria casa quanto più possibile armoniosa e confortevole, molte persone intuitivamente usano il feng shui senza saperlo!

 


















Nelle foto qui sopra un esempio di come un insieme di curve dolci e linee rette nell'arredamento contribuisca a creare equilibrio.
Vi consiglio la lettura di Feng Shui per la casa, di Richard Webster

domenica 8 gennaio 2012

L'arte del riciclo

Anche per quest'anno le festività natalizie si sono concluse, e mi permetto un post un po' provocatorio...
Parliamo sempre di ecologia, di riciclo, recupero e riutilizzo. Ma a Natale la parola riciclare (associata ovviamente ai regali) è tabù... Chi ricicla i regali è sempre considerato un taccagno irriconoscente e insensibile.
E' davvero così?
A volte si riceve qualcosa di cui non si ha bisogno, o qualcosa di cui si può fare a meno. Trovo sia nobile, invece di far finire l'oggetto in questione in un cassetto, fargli acquistare dignità donandolo a chi ne ha bisogno! A pensarci bene ci guadagnano tutti:
-chi ha fatto il regalo (che avrà comunque fatto un regalo utile a qualcuno);
-il primo destinatario dell'oggetto (che avrà liberato spazio nel cassetto, oltre a fare un favore a qualcuno);
-il secondo destinatario dell'oggetto (che avrà ottenuto qualcosa che gli serviva davvero);
-l'ambiente (meno rifiuti e meno consumismo)
Voi che ne pensate?



giovedì 5 gennaio 2012

KLIMAHOUSE Bolzano

Ricordo a tutti che dal 26 al 29 gennaio a Bolzano si svolgerà la fiera KLIMAHOUSE, la fiera leader in Italia nel settore dell’efficienza e sostenibilità in edilizia.
Qui sotto trovate il link al sito ufficiale:
http://www.fierabolzano.it/klimahouse/

Io ovviamente sarò presente e sarò lieta di condividere con voi le idee più innovative e i prodotti più sostenibili che riuscirò a scovare in fiera.

mercoledì 4 gennaio 2012

Luoghi per l'infanzia in bioarchitettura

Asilo nido a Treviso, costruito da Bionode Srl
I centri dell'infanzia sono i primi luoghi di aggregazione che necessitano di edifici "bio". Come ci prendiamo cura dei nostri bambini tra le nostre braccia amorevoli, li vestiamo, li scaldiamo e li proteggiamo tenendo conto della loro sensibilità agli agenti esterni, così dobbiamo tenere conto della qualità degli ambienti in cui li facciamo crescere. L'edificio dev'essere una seconda pelle. Il comfort abitativo e la salubrità degli ambienti devono essere al top. L'ideale, a mio parere, è un edificio in legno: questo materiale, oltre ad essere ecosostenibile, offre il massimo della traspirabilità è del comfort termoigrometrico. Nella provincia di Treviso sono già nati i primi esempi. Nel caso conosciate altri asili nido e/scuole materne in bioarchitettura, segnalatemele!

martedì 3 gennaio 2012

Frank Lloyd Wright


“Un genio è un uomo che ha occhi per vedere la Natura
Un genio è un uomo che ha un cuore per sentire la Natura
Un genio è un uomo che ha il coraggio di seguire la Natura”


Frank Lloyd Wright Dal Mabinogion, gruppo di manoscritti degli antichi gallesi

lunedì 2 gennaio 2012

è Sostenibile



La Sostenibilità è la mia missione. E’ il debito che ho nei confronti di questa Terra e della mia famiglia.
La famiglia è al primo posto, nella mia vita privata come nel lavoro. Metto le mie conoscenze, la mia passione, le mie idee al servizio del Bene Comune, e per garantire un futuro Sostenibile ai miei figli.