Prendo spunto dal libro di di Raymond Lorenzo, "La città sostenibile", per parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore, cioè la progettazione partecipata.
Nella città contemporanea stiamo assistendo alla scomparsa di due elementi ritenuti fondamentali per una futura ricostruzione della sostenibilità: il legame tra le persone (comunità) e il legame tra le persone e lo spazio urbano. Come ha detto Re Lear nell'omonima opera di William Shakespeare: "Che cos'è la città, se non le persone?"
Nell'attuale assenza di legami che ci connettano alla comunità locale e al luogo che abitiamo, è impossibile sviluppare un senso di responsabilità -presente e futura- verso l'ambiente e verso gli altri in generale.
L'australiano Macleod ha identificato i valori comunemente associati allo sviluppo sostenibile. Ne riporto alcuni:
- assicurare l'equità intergenerazionale;
- conservare la biodiversità;
- garantire l'equità sociale;
- limitare l'uso delle risorse naturali;
- attribuire un valore economico alle risorse e ai beni ambientali (punto importantissimo ma purtroppo sottovalutato...);
- perseguire l'efficienza;
- promuovere la partecipazione comunitaria.
Questi valori sono alla base dei documenti e delle convenzioni internazionali a favore dell'eco-sviluppo, tuttavia ci si potrebbe chiedere quanti di questi siano noti ad un cittadino medio... L'educazione ambientale ci viene imposta dall'alto, ma trasmettere un senso di colpa non è uno strumento efficace per avviare delle trasformazioni culturali. Il migliore e più potente motore del cambiamento rimane l'esperienza diretta. Le persone cambiano quando scoprono attivamente che un altro modo di fare le cose, di vivere o di essere è più piacevole e soddisfacente della vecchia maniera.
L'architetto solitamente ha l'arduo compito di mediare tra i principi di sostenibilità che ha in mente, e che vuole mettere in pratica, e le esigenze del committente. Nel caso della progettazione della città o del paesaggio, si ha l'occasione per far crescere il senso d'identificazione dei cittadini con il progetto e con il territorio. La progettazione partecipata, basata soprattutto sul dialogo tra persone con esperienze diverse, permette di ottenere una serie di vantaggi, che risultano poi essere componenti essenziali della sostenibilià:
- Rafforzare il senso di appartenenza della comunità al luogo in cui vive;
- Consolidare i principi di democrazia;
- Diminuzione dei conflitti tra le parti coinvolte;
- Maggiore efficienza (contenimento dei costi) e maggiore efficacia (perseguire l'obbiettivo);
- Scambio proficuo tra chi abita la città e chi la progetta e la gestisce;
- Acquisizione di un livello più alto di consapevolezza dei bisogni della città;
- Qualità di progettazione più sofisticata (cioè più ecologica, flessibile, incrementale);
- Acquisizione di un livello più alto di consapevolezza dei bisogni della città;
- Qualità di progettazione più sofisticata (cioè più ecologica, flessibile, incrementale);
- Un effetto moltiplicatore che propaga la sostenibilità in altri ambiti non previsti!!!
Numerose ricerche hanno dimostrato che il coinvolgimento dei bambini nella progettazione dello spazio urbano ha una forte valenza educativa per questi e per la società! I bambini sono formidabili catalizzatori del coinvolgimento di altre fasce d'età, e soprattutto sono loro a portare informazioni e nozioni a casa.
La Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia (1989) sancisce il dovere da parte degli organi dello Stato di ascoltare, informare e coinvolgere i bambini per quanto riguarda decisioni e questioni che hanno con loro una stretta attinenza, e ovviamente l'assetto del territorio urbano è una questione di fondamentale importanza per il benessere attuale e futuro dei bambini. Molto spesso i progetti ottenuti con la partecipazione dei bambini contengono le indicazioni più eco-sostenibili, più semplici e con più sensibilità. Come spesso accade, sono gli adulti ad imparare dai bambini, e non viceversa!
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