martedì 31 gennaio 2012

Klimahouse 2012: io c'ero!

Si è conclusa domenica la settima edizione della fiera Klimahouse a Bolzano, la fiera specializzata nell'efficienza  energetica e nella sostenibilità in edilizia.
Fiera non molto grande (per chi è abituato al SAIE di Bologna) e molto specifica; vi si trovano soprattutto ditte che costruiscono case in legno e produttori di impianti ad alta efficienza da fonti rinnovabili. 

Qualche stand anche sui materiali ecocompatibili.

E ovviamente lo stand dell'agenzia CasaClima, "regina" della manifestazione.
L'albero verde di CasaClima





pacchetto parete con cappotto in sughero
pacchetto parete con cappotto in fibra di legno
Ho trovato qualcosa di interessante anche per quanto riguarda la domotica e gli automatismi per l'edilizia residenziale: dei pannelli touch screen possono dare indicazioni non solo su temperatura e umidità presente in casa, ma anche sul tasso di CO2, per poter controllare la ventilazione e il ricambio delll'aria (ovviamente con impianto di ventilazione forzata) e,cosa secondo me utilissima, un contatore energetico di acqua, elettricità, riscaldamento con indicazione dei consumi e delle spese! 
pannello touch screen mygekko www.my-gekko.com



pannelli fonoisolanti in legno


Uno dei prodotti che potete trovare in Klimahouse: le termocamere! Come sappiamo, la certificazione CasaClima punta molto sull'efficienza dell'involucro edilizio e sull'eliminazione dei ponti termici; grazie alle termocamere è possibile scattare delle foto agli edifici esistenti, in cui si leggano i punti di maggiore dispersione termica (ponti termici). Le zone che in facciata risultano più calde (colore giallo) sono quelle più disperdenti. nell'immagine vedete una mia foto scattata con la termocamera.




sabato 28 gennaio 2012

Riscaldare con il ghiaccio


Non è un impossibile (a patto che non consideriate la frase in senso letterale...).
Parliamo infatti dell'innovazione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento con pompa di calore. 
Vincitori di numerosi premi per l'innovazione in Germania, questi sistemi si basano su una tecnologia che sfrutta come serbatoio a bassa temperatura per la pompa di calore un accumulo latente acqua/ghiaccio e sfrutta l'energia termica ricavata dall'acqua che si trasforma in ghiaccio per riscaldare gli edifici.
I cicli di congelamento e scongelamento dell'acqua rendono disponibile una grossa quantità di energia che può essere sfruttata per il riscaldamento-raffrescamento degli edifici. Il solo cambiamento di stato dell'acqua rende disponibile una grossa quantità di energia termica (calore latente di cristallizzazione) paragonabile a quella che si ottiene portando l'acqua da 80°C a 0°C. Detto diversamente, l'energia contenuta in 125 litri d'acqua a 0°C, ossia quando si trasforma in ghiaccio, è pari all'energia racchiusa in un litro di gasolio da riscaldamento.
Vista dell'interno del serbatoio di ghiaccio
Finora tale processo risultava difficilmente controllabile. le nuove tecnologie consentono invece di guidare, regolare e interrompere il fenomeno di formazione del ghiaccio in funzione delle richieste energetiche dell'edificio. 
Il sistema non utilizza come mezzo di accumulo sostanze chimiche ma solo acqua: per questo risulta più sicuro, ecologico e anche meno costoso rispetto ad altri sistemi di accumulo a calore latente, come ad esempio quelli a paraffina.
Sul mercato esistono ormai da un paio d'anni sia sistemi con accumulo stagionale di ghiaccio interrato di grandi dimensioni, sia sistemi compatti con accumulo latente acqua/ghiaccio integrato alla pompa di calore.

Queste tecnologie sfruttano più fonti naturali di calore (sole, acqua, terra, aria, ghiaccio) e sono formati da più componenti:
1- Collettori solari
2- Accumulo di acqua calda per il riscaldamento e gli usi sanitari
3- Accumulo acqua/ghiaccio interrato con scambiatori di calore
4- Pompa di calore: estrae dall'accumulo acqua/ghiaccio calore a bassa temperatura e lo porta, attraverso un ciclo frigorifero inverso, ad un livello di temperatura più elevato, adatto per il riscaldamento degli ambienti
5- Sistema di regolazione
 Per edifici dove nelle mezze stagioni ci può essere necessità di dover riscaldare di notte e raffrescare di giorno il sistema con accumulo di ghiaccio rappresenta un'ottima soluzione perchè il caldo che si produce di notte può essere facilmente trasformato in freddo di giorno. L'impiego combinato sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento è interessante anche per ammortizzare i costi del sistema.
Inoltre questo sistema può essere applicato in zone dove la geotermia non sia possibile (ad esempio perchè le caratteristiche geologiche del terreno non permettono perforazioni). Rispetto ad una pompa di calore che sfrutta il calore del terreno o dell'acqua di falda mediante sonde geotermiche, il sistema di accumulo con acqua/ghiaccio raggiunge valori di efficienza simili se non addirittura più elevati.
In Germania il sistema è già stato installato in numerosi edifici per abitazioni e oltre 25 grandi edifici a destinazione non residenziale.

fonte: rivista CasaClima 01/2012

domenica 22 gennaio 2012

La certificazione CasaClima

La mia assenza dal blog è giustificata dalla mia partecipazione ad un corso dell'Agenzia Casaclima di Bolzano; un corso per progettisti, per descrivere in cosa consiste un "progetto CasaClima" e i principi di una costruzione a basso consumo energetico.
L'agenzia CasaClima ha creato un modello di certificazione degli edifici, secondo il quale gli edifici vengono classificati utilizzando le lettere dell'alfabeto, in base ai consumi energetici.

 L'edificio di classe C consuma fino a 70 kWh/mqa, classe B fino a 50 kWh/mqa, classe A fino a 30 kWh/mqa e infine un edificio CasaClima Oro consuma al massimo 10 kWh/mqa.
A Bolzano è obbligatorio per legge che gli edifici di nuova costruzione siano almeno di classe B.
Sul territorio nazionale non solo non è obbligatorio, ma siamo molto lontani da questo obbiettivo, almeno per ora.
La caratteristica principale che contraddistingue questo dipo di certificazione è che si basa sull'analisi dell'involucro edilizio: se l'involucro è efficiente (cioè disperde poco calore), l'edificio può essere certificato CasaClima. Non ha senso progettare un impianto efficiente, infatti, se l'involucro edilizio disperde l'energia che produco! E' importante limitare gli sprechi. per far ciò, l'ideale è un isolamento termico "a cappotto", possibilmente continuo, in modo da non creare ponti termici. E' importante che la posa in opera sia a regola d'arte, poichè anche il miglior isolante, se posato male, può perdere la sua efficienza.
I materiali migliori sono quelli traspiranti (e quindi naturali) per garantire il comfort termoigrometrico.
CasaClima consente una particolare certificazione, chiamata "Nature", per gli edifici che garantiscono le prestazioni di un edificio CasaClima B o superiore, ma sono stati costruiti con materiali a basso impatto ambientale.





Sia nel caso di una certificazione CasaClima, sia di una certificazione Casaclima Nature, l'agenzia consegnerà una targhetta con la classificazione corrispondente, da applicare all'esterno dell'edificio.

domenica 15 gennaio 2012

Pannelli fotovoltaici e LCA: il bilancio di energia consumata nel ciclo di vita del pannello

Come anticipato nel precedente post 
parliamo di tutta l'energia consumata durante il ciclo di vita del pannello fotovoltaico, ossia dall'estrazione delle materie prime, allo smaltimento dei vari componenti dopo l'uso.
Secondo uno studio di  Paolo Iora (Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale, Università degli Studi di Brescia), l'energia primaria consumata nell’intero ciclo di vita, risultante dalla sommatoria dei singoli contributi richiesti in ciascuna delle fasi che lo compongono, cioè:

- l’estrazione del silicio;
- la successiva lavorazione;
- il trasporto;
- l’assemblaggio;
- lo smantellamento dell’impianto

è in media circa 15 MWh/kWp.

Nelle nostre zone (Veneto), affinchè il pannello fotovoltaico produca questa quantità di energia, sono necessari circa 7 anni.
Poichè la durata di vita di un pannello fotovoltaico è circa 20 anni, possiamo affermare che il bilancio di energia nel ciclo di vita del pannello (cioè il rapporto tra energia prodotta e energia consumata durante tutta la sua vita) è sicuramente positivo!

sabato 14 gennaio 2012

Pannelli fotovoltaici e LCA. Ovvero: cosa succede quando il pannello è da buttare?

L'andamento delle installazioni per l'anno 2011 proiettano l'Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza fotovoltaica entrata in esercizio nell'anno, stimata dal GSE in 6.500 MW. L'installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione risulta un ottimo investimento tanto in termini economici, grazie al Quarto Conto Energia, che ambientali. Ma quando l'impianto in questione deve essere smantellato, che fine fanno i moduli?
Esistono delle aziende che si occupano del ritiro e dello smaltimento dei moduli, garantendo il riciclo di questi secondo una procedura che rispetta l'ambiente. I pannelli vengono smistati e scomposti nei loro componenti. Le materie prime, come il vetro, il silicio o l'alluminio, sono riciclate e utilizzate successivamente per la produzione di nuovi moduli fotovoltaici.
Dal punto di vista dei rifiuti, quindi, siamo certi di non lasciare nessuna impronta ecologica, poichè il pannello è totalmente riciclabile. 
[fonte:Casa Naturale, Dicembre/gennaio 2012, pag. 30]

Ma quando si parla di bilancio di energia consumata nel ciclo di vita, invece? Ve ne parlerò nel prossimo post.

Ancora sulla bio-piscina

Visto il successo del post sulla piscina naturale, ho pensato di inserire altre foto, tratte dal libro la piscina biologica e il giardino naturale:

Qui sopra, blocchi di pietra vengono impiegati con triplice finalità: separare l'area balneabile dalla zona filtrante, formare un passaggio sul ruscello e una grande lastra monolitica serve sia come solarium che come trampolino.

 Nell'immagine qui sopra lo stesso obbiettivo (solarium, camminamento, trampolino) è ottenuto con una pavimentazione continua in legno.

 Come abbiamo visto, la bio-piscina non necessita di particolare attenzione in inverno; la natura fa il suo corso, lo specchio d'acqua si ricopre di neve e di ghiaccio e aggiunge un tocco poetico al paesaggio.


Un esempio di progetto. La depurazione è rigorosamente naturale,certo, ma se vogliamo trovare uno spazio anche noi, in mezzo alla natura incontaminata, è necessario un intervento tecnico, mirato ad assicurare una pulizia dell'acqua tale da permettere la balneazione.


giovedì 12 gennaio 2012

La piscina biologica o bio-piscina

In questa bio-piscina, la parte balneabile è stata divisa dalla parte adibita alla fitodepurazione per mezzo di un camminamento con pietre semi sommerse
Avete mai sentito parlare delle piscine biologiche?
Sono delle piscine a tutti gli effetti, dove cioè è possibile fare il bagno, ma sono fitodepurate, e totalmente inserite nel contesto di un giardino naturalistico.
La prerogativa principale della bio-piscina è il fatto che in essa la depurazione avviene in modo assolutamente naturale, quindi tassativamente senza prodotti chimici. Questo determina una qualità dell'acqua unica, alla quale si aggiunge il vantaggio di un impianto totalmente integrato nella natura, che col tempo diventerà un'oasi per fauna e flora, oltre che per gli esseri umani!
E' un impianto totalmente ecologico: funziona con una pompa a basso consumo, non inquina con acque di scarico arricchite di sostanze chimiche, funziona a circuito chiuso e il consumo di acqua, una volta riempita, consiste solo nell'aggiunta della parte persa a causa dell'evaporazione; non necessita di svuotamenti o di coperture invernali, è adatta alla balneazione ma anche al semplice elemento di arricchimento del giardino.
E' formata da una zona balneabile, con fondo privo di piante e coperto da un telo impermeabile, e delle aree periferiche che fungono da aree di rigenerazione dell'acqua, dove il telo impermeabile è coperto da sassi, ghiaia, e piante che "puliscono" l'acqua (fitodepurazione). La depurazione è totalmente naturale, ma va aggiunta una notevole dose di tecnica, necessaria per scongiurare l'insorgere di una quantità eccessiva di alghe. In questo modo l'acqua, dopo il primo periodo di assestamento di 3-4 settimane, risulterà limpida e inviterà ad un bel tuffo!


Fonte: a. Werner, la piscina biologica e il giardino naturale, editrice Il campo, 2003

mercoledì 11 gennaio 2012

Fotovoltaico: la soluzione?

"Con lo 0,8 % della superficie italiana di pannelli fotovoltaici si produce tutta l’energia elettrica che si consuma in Italia. Ho fatto e rifatto i conti mille volte e arrivo sempre allo stesso risultato.
E’ un risultato che a me risulta entusiasmante ma se mi confronto con lo scetticismo, le titubanze, le resistenze che si respirano, nella politica come nell’opinione pubblica, verso le energie rinnovabili ho ancora il dubbio di aver preso una cantonata madornale.
Mi piacerebbe a questo punto che qualche giovane studente di ingegneria mi verificasse questo calcolo estremamente semplice.
Dato che:
-    il consumo annuo di energia elettrica in Italia (dato rilevabile dal sito di Terna) è di circa 300 TWh (300.000.000.000 kWh);
-    servono  meno di 8 metri quadri di pannelli fotovoltaici per  produrre almeno  1.000 kWh all’anno in qualunque parte d’Italia (dato rilevabile facilmente in internet)
Quanti metri quadri servono per produrre tutta l’energia elettrica consumata in Italia?
La mia risposta è 2.400.000.000 metri quadri pari allo 0,8% della superficie italiana che è di circa 300.000.000.000 di metri quadri.  Da notare che questa superficie corrisponde a circa 40 metri quadri per abitante e cioè alla superficie media per abitante delle sole abitazioni.
Se il mio calcolo è errato mi sentirò un po’ mortificato ma se fosse corretto credo che dovremmo porci qualche seria domanda e soprattutto dovremmo porla alla Politica.
Possibile che nessuno abbia fatto una simile valutazione? E se è stata fatta perché non si sposa convintamente e radicalmente la strada del sole? Perché ci sono tante resistenze?
Al riguardo non valgono le obiezioni  tipo quella che il sole non c’è sempre perché ad essa ci sono abbondanti risposte. 
Pesano certamente le resistenze di fortissimi interessi consolidati, ma ciò che è, a mio avviso,  decisivo è la paura del nuovo.
Per avviarci su una strada che può risolvere alla radice uno dei problemi fondamentali del nostro tempo e aprire una nuova stagione di sviluppo serve una volontà politica forte e lungimirante che sappia immaginare e organizzare la società non più centrata sul petrolio ma sul sole;  e questo tocca  aspetti ben più generali che la semplice sostituzione del combustibile nelle centrali elettriche o del carburante nelle automobili."
articolo dell'Ing. Paolo Callegari - Villorba (TV)

martedì 10 gennaio 2012

Feng Shui per vivere meglio

Feng Shui (pronunciato Feng sciuèi) letteralmente significa "vento e acqua". Si crede che la pratica di questa disciplina abbia origine in Cina, circa 5000 anni fa; gli antichi cinesi, infatti, ritenevano che chi avesse situato la propria casa nella collocazione giusta, avrebbe vissuto una vita di appagamento, felicità, abbondanza.
Oggi ci è chiaro, grazie alla geobiologia, che non esiste un luogo perfetto per costruire una casa; tuttavia all'interno della nostra casa possiamo utilizzare il feng shui per progettare le architetture degli interni, in modo che il tutto risulti armonico, piacevole, sano, salubre, accogliente.
Il Feng Shui viene spesso criticato dai progettisti più scettici e razionali, perchè associato a qualche sorta di "stregoneria", o fanatismo new age... In realtà, sebbene le spiegazioni degli antichi cinesi non possano avere connotazioni particolarmente moderne (il concetto di Qi, la forza vitale universale, che si crea quando qualcosa viene eseguito in maniera perfetta...), spesso molti principi di questa disciplina hanno in sè una spiegazione scientifica che li rende validi e attuali. Un esempio che mi è capitato più volte: secondo il feng shui, non è bene che una persona stia seduta (ad una scrivania o su un divano, poco importa) dando le spalle alla porta. Riflettete: non dà forse più sicurezza la consapevolezza di avere "le spalle coperte"? In questo modo non rischiamo che qualcuno entrando di soppiatto ci colga di sorpresa!!!
Insomma, rendendo la propria casa quanto più possibile armoniosa e confortevole, molte persone intuitivamente usano il feng shui senza saperlo!

 


















Nelle foto qui sopra un esempio di come un insieme di curve dolci e linee rette nell'arredamento contribuisca a creare equilibrio.
Vi consiglio la lettura di Feng Shui per la casa, di Richard Webster

domenica 8 gennaio 2012

L'arte del riciclo

Anche per quest'anno le festività natalizie si sono concluse, e mi permetto un post un po' provocatorio...
Parliamo sempre di ecologia, di riciclo, recupero e riutilizzo. Ma a Natale la parola riciclare (associata ovviamente ai regali) è tabù... Chi ricicla i regali è sempre considerato un taccagno irriconoscente e insensibile.
E' davvero così?
A volte si riceve qualcosa di cui non si ha bisogno, o qualcosa di cui si può fare a meno. Trovo sia nobile, invece di far finire l'oggetto in questione in un cassetto, fargli acquistare dignità donandolo a chi ne ha bisogno! A pensarci bene ci guadagnano tutti:
-chi ha fatto il regalo (che avrà comunque fatto un regalo utile a qualcuno);
-il primo destinatario dell'oggetto (che avrà liberato spazio nel cassetto, oltre a fare un favore a qualcuno);
-il secondo destinatario dell'oggetto (che avrà ottenuto qualcosa che gli serviva davvero);
-l'ambiente (meno rifiuti e meno consumismo)
Voi che ne pensate?



giovedì 5 gennaio 2012

KLIMAHOUSE Bolzano

Ricordo a tutti che dal 26 al 29 gennaio a Bolzano si svolgerà la fiera KLIMAHOUSE, la fiera leader in Italia nel settore dell’efficienza e sostenibilità in edilizia.
Qui sotto trovate il link al sito ufficiale:
http://www.fierabolzano.it/klimahouse/

Io ovviamente sarò presente e sarò lieta di condividere con voi le idee più innovative e i prodotti più sostenibili che riuscirò a scovare in fiera.

mercoledì 4 gennaio 2012

Luoghi per l'infanzia in bioarchitettura

Asilo nido a Treviso, costruito da Bionode Srl
I centri dell'infanzia sono i primi luoghi di aggregazione che necessitano di edifici "bio". Come ci prendiamo cura dei nostri bambini tra le nostre braccia amorevoli, li vestiamo, li scaldiamo e li proteggiamo tenendo conto della loro sensibilità agli agenti esterni, così dobbiamo tenere conto della qualità degli ambienti in cui li facciamo crescere. L'edificio dev'essere una seconda pelle. Il comfort abitativo e la salubrità degli ambienti devono essere al top. L'ideale, a mio parere, è un edificio in legno: questo materiale, oltre ad essere ecosostenibile, offre il massimo della traspirabilità è del comfort termoigrometrico. Nella provincia di Treviso sono già nati i primi esempi. Nel caso conosciate altri asili nido e/scuole materne in bioarchitettura, segnalatemele!

martedì 3 gennaio 2012

Frank Lloyd Wright


“Un genio è un uomo che ha occhi per vedere la Natura
Un genio è un uomo che ha un cuore per sentire la Natura
Un genio è un uomo che ha il coraggio di seguire la Natura”


Frank Lloyd Wright Dal Mabinogion, gruppo di manoscritti degli antichi gallesi

lunedì 2 gennaio 2012

è Sostenibile



La Sostenibilità è la mia missione. E’ il debito che ho nei confronti di questa Terra e della mia famiglia.
La famiglia è al primo posto, nella mia vita privata come nel lavoro. Metto le mie conoscenze, la mia passione, le mie idee al servizio del Bene Comune, e per garantire un futuro Sostenibile ai miei figli.